La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Beccajo arretrò spaventato. - A tè! - fece (e lo appuntava col dito) - A tè? - ripetè, con un guardo che era tutta una storia. Ma, fra i singulti, il
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Tu mi ami? - egli fece con uno scoppio di gioja, balzando ver' la fanciulla, che già al suolo piegava, e rialzàndosela al petto. E le due ànime
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più ... - E sono, anche là, tanti babbi? e tante mammine? e tanti bambini, come quì? - Oh ben più! - egli fece - E assài migliori di noi - aggiunse
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- ella fece con voce affollata e ansante, mentre smaniosa agitava una pistola - per oggi, siam vinti. Stanno i nemici dov'èrano le case nostre. Tutto
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dell'uomo è questa - disse, e toccossi la fronte. - Sei un aristòcrata! - fece il Beccajo, sputando a terra con sprezzo. - E tu un mascalzone! - ribattè
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? - Giuliana la Maga e Ortensia l'Arciduchessa soffiàrono offese. - Ebbene - egli fece, con quella gioja tutt'astio che è l'irrisione - fate conto, o bambine